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“Nel calcio giovanile ogni momento è positivo bisogna essere onesti, ma esiste il momento in cui tutto funziona davvero? Con questo articolo un po' diverso dal solito, cercheremo di capire in breve se il formatore potrà allenare la squadra al raggiungimento di quel singolo momento positivo.”

Lavorare con i giovani calciatori è una delle cose per cui essere riconoscenti alla vita. Lavorare nel mondo del calcio giovanile non è sempre semplice, ma stare a contatto quotidianamente con ragazzini che farebbero di tutto per coronare un sogno di difficile realizzazione, dovrebbe renderci fieri del nostro posto nel mondo.

Basterebbe solo questo per rendere felice un formatore, ma poi capitano quelle settimane in cui tutto funziona alla perfezione.

La squadra applica i principi di gioco allenati, il singolo giocatore è applicato e si mette al servizio del collettivo, c’è uno spirito palpabile sul campo durante gli allenamenti e quando li vedi andare via dal campo, lo fanno in gruppo e scambiandosi battute, sorrisi e intese.

Poi giochi il sabato e oltre alla prestazione, aspetto prioritario per il giudizio del formatore, si ottengono anche punti, che in uno sport in quanto tale, una competizione con un vincitore ed un vinto, certo male non fa.

Ma come dice il titolo dell’articolo, questo è il momento positivo! Momento, perché se lavoriamo con i giovani sappiamo che ci saranno continui “up and down” emotivi, emozionali, fisici, prestazionali in generale.

Il momento positivo capiterà ancora durante la stagione è inevitabile in questo “up and down”, ma si può costruire in allenamento?

FLR pensa di si, ma come?

Un linguaggio confortante e di supporto durante le sedute d’allenamento crea un clima di fiducia nel singolo giocatore, che lo porterà a sentirsi libero di abbandonare la zona di confort e spingersi oltre il conosciuto per progredire. Un singolo giocatore che fa questo porterà di conseguenza un altro singolo in questa sperimentazione e di conseguenza tutta la squadra percepirà l’input e si spingerà oltre.

Dal punto di vista prettamente metodologico invece, proponendo esercitazioni di gioco reali, possiamo assecondare questa evoluzione e questo clima di fiducia individuale e collettiva. Per il giocatore trovare situazioni di gioco che sarà in grado di riconoscere facilmente in partita, sia che siano essere correlate a scelte individuali che magari a movimenti collettivi o di reparto, riuscirà ad agevolare la sua percezione della realtà.

Anche nelle fasi in cui magari proponiamo un’esercitazione meno strutturata, FLR consiglia di utilizzare gli analitici-giocati, situazioni destrutturate che sono di più semplice collocazione successivamente nella realtà partita. Così facendo manterremo sempre attivo il principio di cui spesso abbiamo parlato di lavorare dal conosciuto allo sconosciuto e se osserviamo costantemente i nostri giovani senza la smania della riuscita dell’esercizio, ci accorgeremo come la progressione o eventuale regressione sia già presente o ci venga suggerita automaticamente dai giocatori.

Il consiglio finale per costruire il momento positivo è quello di goderselo!

Staff FLR

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