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“Vincere e l’unica cosa che conta è una frase estremamente pericolosa dei/nei giorni nostri, lascia intendere che non è importante come si giunge alla vittoria, ma che è importante solo vincere ad ogni costo e solo chi vince ha il diritto di esistere”.

Un giorno in un confronto con un direttore sportivo, al tempo allenavo una prima squadra, parlavamo del fatto che quando stavamo pareggiando a pochi minuti dalla fine spingevo la mia squadra all’attacco cercando il colpo della vittoria ed era capitato però di subire il colpo della sconfitta. Lui aumentava il pathos delle sue parole dicendo che un punto è meglio di niente, io nella mia ingenuità giovanile risposi che amo giocare per vincere e non per non perdere.

Chiaramente l’esempio è di una leggerezza esasperante, in quanto io ero giovane ed inesperto e il mio direttore lo era altrettanto, quindi magari eravamo spinti da letture di mouriniana memoria o di una sbagliata interpretazione di qualche filosofo letto sempre con leggerezza al tempo per darsi un tono.

Quello che vogliamo trattare oggi però è un argomento estremamente importante se parliamo di formazione di giovani calciatori e quindi di giovani uomini pensanti che dovranno governare la società del futuro. Voler vincere ad ogni costo, anzi dover vincere ad ogni costo a nostro umile modo di vedere, potrebbe instillare nella mente dei giovani un messaggio sbagliato, che solo vincere conta, non importa come. Se ci trovassimo in una stanza con 10 persone e discutessimo su cosa significhi vincere e quanto conti il modo per giungere al risultato, probabilmente non riusciremo a chiudere la contesa con una maggioranza, perché i punti di vista sarebbero innumerevoli e le sfumature per esprimere il concetto ancora di più.

Ormai siamo in questo contesto da diversi anni e pensiamo che la difficoltà più grande del formatore sia dividere e poi far convivere il mondo dei giovani che si formano da quello degli adulti che devono vincere. La vittoria è un concetto astratto che deve essere allenato nei ragazzi, perché la cosiddetta mentalità vincente ti porta ad andare sempre oltre la fatica a guardare sempre oltre il fallimento e a superare sempre nuove sfide che prima non ci sarebbe passato per la testa nemmeno di affrontare. Ma, pensiamo sia ancora più importante il modo in cui si arriva alla vittoria.

Nelle tappe di formazione diventa ancora più importante il modo. Facciamo un esempio davvero banale ma che potrebbe rendere appieno l’idea del nostro semplice concetto:

ci alleniamo tutti i giorni secondo i nostri principi e le nostre idee di gioco, poi arriviamo a giocare le partite e le perdiamo tutte e per raggiungere l’unica vittoria snaturiamo completamente quanto sopra, annullando immediatamente la credibilità in noi stessi e nel nostro modo di pensare.

Piccola parentesi, non stiamo parlando di un metodo specifico e di un metodo che ti fa vincere o ti fa perdere, sapete bene che la prima frase che gli istruttori FLR dicono alle loro presentazioni è: “questo non è un metodo per vincere le partite, è un metodo per formare giovani calciatori”.

Con quanto detto fino ad ora ci accostiamo ad un discorso di un grande saggio del calcio moderno che è Marcelo Bielsa. In un video che si trova su internet dall’interno dello spogliatoio dell’Olympique de Marseille lui parla di legittimazione della vittoria e di legittimazione del premio, perché ce lo siamo meritati! Chiaro che li stiamo tra l’altro parlando di un contesto di estremo professionismo e di calciatori comunque formati, ma il concetto che “el loco” sta cercando di far passare è ancora più importante quando parliamo di giocatori in età formativa.

Far capire loro che vincere è anche importante, ma la cosa più importante della vittoria è il riconoscimento del percorso fatto per arrivarci sposa totalmente la mentalità della metodologia FLR!

“Dovremmo chiarire alle persone che il successo è l’eccezione, che gli esseri umani solo a volte trionfano. Il successo è deformante: rilassa, inganna, ci rende peggiori, ci fa innamorare troppo di noi stessi. Al contrario, l’insuccesso è formativo: ci rende stabili, ci avvicina alle nostre convinzioni, ci fa tornare ad essere coerenti”.

Marcelo Bielsa

Staff FLR

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