“Perché è importante che un formatore offra dei feedback ai propri giocatori e viceversa?”

Partiamo da una precisazione necessaria, il feedback è fondamentale per la condivisione di un percorso, una filosofia di gioco e la condivisione di un obiettivo. Questo perché ci permettere di chiarire ogni dubbio prima, durante e dopo il conseguimento di un percorso.
Per far sì che il feedback sia utile ovviamente dobbiamo prima di tutto essere in grado di creare un rapporto di fiducia con i nostri giocatori. Il giocatore deve fidarsi del proprio formatore, perché per competenze ed empatia è riuscito a guadagnarsi la fiducia del giocatore.
Nelle categorie di bambini solitamente è più semplice fare in modo che il giocatore si fidi dell’allenatore, in quanto questi tendono a “temere” la figura dell’adulto e nel caso specifico, un adulto che mi sta facendo giocare. Quando si arriva nella fase adolescenziale i ragazzi tendono in maniera naturale a mettere in dubbio quello che gli adulti dicono, sia perché iniziano ad avere un mini bagaglio di esperienze che li rende capaci di capire cosa può essere più corretto fare ma anche e soprattutto, perché entrano in quella delicata fascia d’età di passaggio dal mondo dei bambini a quello degli adulti.
Senza elencare le dinamiche che potrebbero sabotare questo rapporto di fiducia tra formatore e giocatore/i, la fiducia si costruisce nel tempo e deve essere bivalente. Anche il formatore dovrà fidarsi dei propri giocatori, sia nell’attuazione di quanto proposto in allenamento e in partita sia per quello che riguarda la sincerità del feedback che il ragazzo porterà al formatore stesso. Se non costruiamo un rapporto di fiducia in cui il giocatore si può sentire libero di portare i propri dubbi, il feedback che riceveremo sarà sempre falsato dal timore e la voglia di voler apparire agli occhi di chi poi lo metterà in campo.
Chi ha avuto modo di assistere alle dimostrazioni di FLR è rimasto stupito dal continuo scambio di informazioni che avviene tra formatore e giocatori, sia per assicurarsi che tutto sia chiaro, ma anche e soprattutto nell’affrontare i dubbi e i problemi che i giocatori potrebbero aver riscontrato. Il giocatore è libero quindi di esprimere le proprie perplessità e le proprie soluzioni per arrivare a raggiungere l’obiettivo che ci siamo posti. Molto spesso accade infatti che sia proprio il giocatore a proporre progressioni e regressioni degli allenamenti. Così facendo siamo sicuri di ottenere una vera consapevolezza di quello che i nostri giocatori stanno andando a sviluppare, perché lo sentono loro in primis e poi perché sono stati direttamente loro a fare la proposta, quindi si impegneranno ancora di più per fare in modo che funzioni.
La capacità del formatore sarà quella di veicolare e condividere apertamente il messaggio che vorrà far passare, in modo da rendere assoluti protagonisti i giocatori.
Un formatore FLR dirà quasi sicuramente ai propri giocatori che l’obiettivo finale e fare in modo che possano allenarsi da soli quando lui avrà l’influenza, perché saranno in grado di capire come e cosa serve per risolvere un problema in campo. Chiaro che l’esternazione è esagerata, ma se vogliamo aiutare i giovani ad essere protagonisti in campo e fuori, dobbiamo avere fiducia in loro e permettergli di sbagliare e quando sbaglieranno, anziché richiamarli o punirli, aiutarli a ragionare per trovare le soluzioni.
—
Staff FLR