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Una delle prime richieste che fa un allenatore di squadra è: “Voglio un portiere che PARLI”

‘’Parlare’’, ma Cosa dire? Come?

Nella mia esperienza nel settore giovanile con ragazzi di tutte le età e anche ora, nel mio nuovo lavoro in una prima squadra professionista, devo dire che trovo le stesse remore da parte degli atleti.

 

Le problematiche di un portiere sono:

togliere la concentrazione sulla sola palla e portarla nel contesto squadra;

alzare il tono di voce;

comunicare non solo con la voce ma anche con la gestualità del corpo;

non preoccuparsi della reazione dei compagni e pretendere incondizionatamente;

E soprattutto…

dare indicazioni corrette in relazione alla situazione.

 

Se un portiere dopo un buon intervento deve urlare al mondo per darsi ulteriore carica, lo accettiamo ma non è quello che CI serve veramente.

Se un portiere vuole dare constante manforte ai compagni con incoraggiamenti vari, è apprezzabile, ma stanca ed è poco utile. Alcuni momenti devono servire per recuperare le energie fisiche.

Se un portiere è negativo, rimprovera sempre i compagni e ha una gestualità remissiva: spalle basse, braccia e mani in segno di impotenza. Non possiamo accettarlo, vogliamo un leader positivo!

A questo punto facciamo degli esempi pratici di come comunica un portiere di una squadra FLR:

 

CONCETTO CREO OCCUPO SPAZIO E POSSESSO PALLA:

La sua gestualità e comunicazione deve essere interattiva, cioè deve dare un punto di riferimento attraverso l’utilizzo delle mani e la voce, allo stesso tempo prima di ricevere il pallone deve già sapere dove lo passerà e quindi deve pretendere i movimenti senza palla del resto della squadra.

A palla ferma chiede e pretende che i propri compagni comincino ad animare le loro posizioni in modo da creare linee di passaggio.

 

DIFENDERE IN AVANTI E RECUPERO PALLA IMMEDIATO:

In questa fase il portiere deve pretendere che i compagni vadano al recupero della palla arrestando l’avversario. La sua comunicazione deve essere continua e quindi deve dare ritmo ai compagni facendoli uscire al recupero con i tempi corretti. È il lavoro più dispendioso e allo stesso tempo quello che da più benefici alla squadra!

 

TRANSIZIONI OFF/DIF:

Nel momento in cui la squadra perde palla il portiere deve chiamare le marcature preventive, quindi deve, attraverso gesti e voce, chiamare i difensori nel lato scoperto e fare in modo che il primo giocatore vicino all’avversario in possesso blocchi l’avanzata.

 

TRANSIZIONI DIF/OFF:

Il portiere recupera palla e nel caso in cui ci sia la possibilità deve essere veloce a ribaltare la situazione e attaccare uno spazio libero con un passaggio lungo.

Qui l’atteggiamento del corpo e l’indicazione dello spazio attaccabile fanno la differenza, a quel punto gli attaccanti sapranno e anticiperanno il movimento e quindi troveranno ulteriori spazi.

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