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“È possibile allenare i ragazzi a scegliere i giusti tempi di gioco per un passaggio, uno smarcamento o una conclusione? È possibile farlo in situazione di gioco o necessitiamo di forme di allenamento analitiche?”

Se ci caliamo nei panni di un formatore questo tipo di domande ci assaliranno per giorni e giorni, ma riusciremo sicuramente a trovare una risposta all’altezza della situazione e dei ragazzi che alleniamo.

Cerchiamo intanto di definire cosa vogliamo dire con “tempi di gioco”.

Nello specifico, intendiamo la capacità dei nostri calciatori di scegliere il giusto momento in cui effettuare un passaggio, di smarcarsi in ampiezza o in profondità e ancora di organizzare una marcatura preventiva.

Il tempo di gioco è tutta quella fase complessa che permette a singoli giocatori di agire da squadra:

Immaginate un giocatore che riceve palla e non sa cosa fare, usa un tocco in più o in meno per effettuare la giocata o effettua un movimento di smarcamento quando non c’è nessuna possibilità di ricevere palla e si lamenta con il resto della squadra perché finisce spesso in fuorigioco. Tutte queste dinamiche sono comuni all’interno di una partita, soprattutto in una partita giocata da giovani calciatori in formazione. Solitamente quando ciò accade si tende a cadere nell’isteria collettiva, sia da parte dell’allenatore che da parte dei giocatori.

Esistono però delle soluzioni al nostro problema

Iniziamo con il definire un aspetto importante della struttura d’allenamento. Risaputo ormai che in FLR non amiamo gli allenamenti analitici ed in questo caso potrebbe venire in mente il famoso 11vs0. Mettiamo la squadra sul campo, ognuno schierato nel proprio ruolo e cerchiamo di definire tempi di gioco che non si ripeteranno mai più nella partita, in quanto l’avversario, ovviamente, cambierà continuamente le carte in tavola.

Cosa fare allora?

Abbiamo parlato spesso di analitici giocati o di forme di allenamento situazionali che tramite la ruota delle varianti e le variazioni potrà sicuramente fare al caso nostro.

Per esempio si potranno strutturare piccole “regole” per permettere al nostro possesso di squadra di essere fluido. FLR non ama porre limitazioni di tocchi ai giocatori, ma una soluzione potrebbe essere suggerire ad essi di attuare un possesso a due tocchi in alcuni momenti dell’allenamento nella fase di possesso palla.

Così facendo abitueremo i nostri giocatori senza palla a muoversi con il tempo giusto, sapendo che al secondo tocco il nostro compagno con la palla dovrà liberarsene. Allo stesso tempo il compagno che sta per ricevere la palla, dovrà preparare il proprio corpo e quindi prendere informazioni per poter controllare e passare la palla entro i tocchi indicati. Questo semplice trucchetto potrebbe quindi fare al caso nostro. La controindicazione a questa soluzione è presto svelata. Ricadremmo come nell’11vs0 in un’obbligazione che non si ripeterà in partita.

La soluzione sta quindi nel mezzo.

Dovremmo cercare di equilibrare le regole per il funzionamento di un esercizio, avendo la sensibilità di decidere quando apportarle e quando invece lasciare libera interpretazione ai giocatori. Riferendoci quindi all’esempio sopra, si potrebbe alternare la richiesta dei tocchi limitati e dei tocchi liberi o variarla a seconda della zona d’azione, per lasciare ai nostri calciatori la scelta di quando sviluppare un possesso orizzontale o verticale a seconda della zona di campo, del posizionamento dei compagni ed ovviamente degli avversari.

Abbiamo appositamente posto la nostra attenzione su un solo esempio per farvi capire quanto un semplice esercizio potrà contenere più di un obiettivo. Di conseguenza non vale la pena concentrarsi troppo sul suo andamento, ma più sulla sua funzionalità e ovviamente ricordare sempre durante l’allenamento quale sia il nostro obiettivo principale e perseguirlo.

Staff FLR

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