“Ognuno ha il suo modo di dire le cose, il linguaggio calcistico è infinito. Fa riflettere che parlando la stessa lingua, allenatori che provengono da zone differenti esprimano con termini diversi lo stesso concetto. Quanto è importante quindi un lessico comune all’interno di una struttura di formazione?”

Il calcio è un linguaggio universale è una delle massime che ci portiamo avanti da tempi immemori. In effetti anche se usiamo lingue differenti per esprimere il nostro pensiero, con il calcio, quindi la mimica o la dimostrazione stessa della situazione, gli allenatori di ogni parte del mondo sono sempre riusciti a comunicare tra di loro. Chiaro stiamo parlando di situazioni in cui una lingua comune come l’inglese, per esempio, non era ancora di uso comune.
Differenza culturale, linguistica o d’istruzione a parte, quello che si vuole esprimere oggi è il linguaggio comune nella stessa struttura calcistica.
Se per esempio parliamo del recupero palla in avanti (ROMA in FLR), sappiamo che questo ha differenti sotto obiettivi da allenare. Uno di questi è sicuramente quello che noi chiamiamo sandwich. Il sandwich, così chiamato perché richiama nella mente dei giovani calciatori l’idea di un vero e proprio panino che si stringe intorno al contenuto, quindi di due compagni che chiudono contemporaneamente sull’avversario, può tranquillamente essere chiamato raddoppio!
- Allora perché lo chiamiamo così e vogliamo che tutti i membri della struttura lo chiamino così?
Proprio per renderlo immediato! Rendere chiaro immediatamente ai giocatori di cosa stiamo parlando, velocizzando il più possibile la fase di riconoscimento e assimilazione che il giocatore dovrà fare per capire di cosa si sta parlando (la stessa idea che se vogliamo c’è dietro i nomi delle nostre esercitazioni).
Se tutte le figure (staff-giocatori) parleranno una lingua comune, la comunicazione sarà veloce ed efficace, un po’ come vogliamo che siano i nostri giocatori nel calcio moderno. Avere delle parole chiave in un linguaggio comune ridurrà drasticamente i tempi di spiegazione e quindi “morti”, aumentando così il tempo effettivo dell’allenamento a favore dell’apprendimento pratico.
Anche in partita una comunicazione comune, ancora meglio se assertiva, renderà tutto più efficace, togliendo ai giocatori lo stress di dover giocare ed ascoltare il dettato dell’allenatore oltre che l’interpretazione di quello che lui o il suo staff gli stanno comunicando dalla panchina.
Abbiamo parlato in questo esempio della comunicazione staff-giocatori, ma anche tra giocatori stessi una comunicazione comune farà la differenza.
Provare per credere!
—
Staff FLR