“Continua il viaggio di FLR all’interno delle dinamiche gestionali individuali e di gruppo con cui un formatore dovrà confrontarsi quotidianamente. Questa volta ci chiediamo come un giocatore non convocato potrà essere aiutato a comprendere la situazione e ritornare al prossimo allenamento più determinato”.

È chiaro, un giocatore non convocato è un giocatore triste. Certo esiste la non convocazione per infortunio, ma quella è nell’immediato di facile gestione, sei infortunato non potrai essere convocato. Esiste la non convocazione per motivi disciplinari ed anche questa è facile da gestire e giustificare.
Ma se un giocatore non è convocato per scelta del formatore, come ci approcciamo nel comunicarlo?
Ci sono vari motivi per cui un formatore possa decidere di non convocare un calciatore, sicuramente uno per limiti di contingente, alla fine alle partite si possono portare 18 giocatori, di cui 11 scenderanno sicuramente in campo dall’inizio (esempio classico che esula dalle differenti categorie). Di conseguenza qualcuno dovrà stare a casa.
Un altro esempio classico potrebbe essere la non convocazione per scarso impegno. Poi esistono i giocatori non convocati perché sono in una settimana di “down” psico-fisico, i giocatori non convocati perché quella settimana il formatore ha scelto di schierare qualcun altro al loro posto o i non convocati perché non riescono al momento ad applicare quanto allenato e per chiudere la non convocazione per scelta tecnica.
Questi sono ovviamente una raccolta di esempi classici delle non convocazioni e senza entrare nel dettaglio delle motivazioni per cui un formatore convocherà o meno un giocatore, per quanto alcuni non rientrano nella logica di azione di FLR, la sintesi è da ricercare anche negli articoli precedenti a questo.
Se hai letto gli articoli di questo blog sull’argomento saprai che preferiamo avere un rapporto chiaro e trasparente con i giocatori, che preferiamo osservare piuttosto che imprimere il nostro calcio nel singolo giocatore.
Il formatore deve essere una persona dalle spiccate doti empatiche e con grandi capacità d’osservazione. Se mettiamo insieme solo queste due capacità abbiamo già una piccola risposta al nostro grande quesito, l’onestà!
L’onestà nel formatore, se accompagnata anche dalla coerenza delle proprie valutazioni e scelte, toglierà sempre le “castagne dal fuoco” nella comunicazione con il giovane calciatore.
Se nel tempo siamo stati in grado di costruire un rapporto con i nostri calciatori, per cui riconoscono in noi una figura di cui si possono calcisticamente ed umanamente fidare, sarà per loro meno doloroso accettare la non convocazione.
Essere chiari ed onesti con loro, li farà tornare al campo al prossimo allenamento con una maggiore carica e determinazione o almeno gli farà domandare cosa potrà fare per limare il gap con gli altri o applicare quanto richiesto per poter essere convocati. Ignorare invece questo importante passaggio comunicativo potrebbe far cadere il giovane in uno stato di frustrazione e rabbia, magari anche nei nostri confronti oltre che verso sé stesso e i compagni di squadra che non porterà mai ad una crescita dell’atleta.
Ora capite perché amiamo questo lavoro e cerchiamo di condividere con voi la nostra visione cercando di entrare nel più piccolo dettaglio del ruolo che ricopriamo nella società?
Ricordate, i giovani di oggi saranno gli uomini di domani, niente può quindi essere lasciato al caso.
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Staff FLR