“Non ti ho convocato perché questa settimana non hai fatto bene le diagonali! Non ti porto avanti avanti perché non ti impegni. Ma quando la motivazione va giustificata, solo la trasparenza e la coerenza ci aiuteranno a migliorare davvero il nostro giocatore partendo dal fallimento.”

Non si parla mai di quanto sia dura è difficile la scelta di un titolare, di un non convocato, di non confermare un giocatore.
Il formatore deve confrontarsi anche con queste dinamiche che sono complicate.
Probabilmente i super allenatori riescono a creare una sorta di barriera che gli permette di essere anche se in parte, insensibili nei confronti dei giocatori che andranno ceduti, anche se crediamo che anche loro debbano fare i conti con le dinamiche umane che si creano.
Le dinamiche umane sono normali, nessuno può farne a meno, soprattutto se parliamo di formatori. Anche il formatore più esperto sa che non potrà evitare il confronto con un proprio giocatore o anche un semplice contatto di sguardi.
È a volte frustrante vedere un giocatore che si applica in maniera importante, che fa di tutto per essere “scelto” ma che come lui, fanno anche gli altri. A questo punto a seconda dell’età e del contesto sicuramente le dinamiche potranno essere differenti.
In preformazione per esempio si possono anche prevedere delle rotazioni di convocati per offrire a tutti una possibilità. Considerando che la vittoria è solo uno dei fattori della formazione e non il fattore determinante, allora ci si può permettere di gestire in questa maniera le “risorse umane”.
In questo caso sicuramente le rotazioni si possono organizzare, ma non si deve mai regalare niente a nessuno, altrimenti si rischierebbe di non essere più credibili agli occhi dei ragazzi.
Ricordiamoci che la limpidezza dei rapporti con i propri giocatori ci fa guadagnare rispetto e stima, aspetti fondamentali se si vuole condurre un gruppo di giocatori al raggiungimento di determinati obiettivi, qualunque essi siano.
Al di fuori della preformazione, quindi nelle categorie dalla U16 in su, sicuramente l’aspetto competitivo diventa importante. Bisogna iniziare a preparare i giocatori a competere con un avversario, a competere anche con un compagno per un posto da titolare o nei convocati. Di conseguenza la gestione delle dinamiche e dei canali comunicativi scelti diventerà ancora più importante.
Essere obiettivi, questa è la vera chiave del successo nel rapporto con i nostri giocatori. Bisogna avere il coraggio di dire ad un giocatore quando sbaglia l’approccio, quando sbaglia la soluzione scelta se non ci arriva da solo, ma anche il coraggio di riconoscere i meriti di ognuno. Spesso si sente dire da molti formatori che per far rendere al meglio quel giocatore deve sempre tenerlo sulla corda, spingerlo sempre perché altrimenti abbassa i suoi standard, la sua attenzione e non rende. Noi pensiamo che questo “trucchetto” possa funzionare in qualche partita, in qualche situazione, ma che poi sia importante affrontare con il giocatore il problema e metterlo davanti all’evidenza.
Scegliere un giocatore è semplice se tutto si è fatto in maniera coerente, anche escluderlo se vogliamo ha la stessa dinamica, ma poi in questo caso entrano in scena, come detto prima, il dispiacere e le emotività tipiche che rendono un formatore una guida per i propri ragazzi ed una figura attenta alle loro necessità.
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Staff FLR