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“Sono numerose le componenti che permettono un corretto sviluppo del possesso palla, ma saper riconoscere i segnali che un compagno, uno spazio, gli avversari o una relazione a più giocatori disegnano diventa fondamentale a prescindere dalle capacità dei giocatori”.

È chiaro che se un giocatore non sa effettuare un passaggio, diventa tutto più complicato, ma per sapere effettuare un passaggio s’intende l’efficacia del gesto, non la qualità o l’estetica. Il dosaggio è sicuramente la componente più importante, perché un corretto dosaggio del passaggio è un segnale già di per sé.

Il dosaggio del passaggio sarà sempre una conseguenza diretta delle scelte che andrò a fare come giocatore. Se per esempio ricevo un passaggio forte o debole, la mia scelta su come andrò ad interagire con l’oggetto (pallone), sarà una chiara conseguenza. Per esempio ricevere un passaggio forte sulla figura mi permetterà differenti scelte su come gestirò il pallone, magari con un controllo dinamico o tenendo palla o ancora giocando di prima. Allo stesso modo influirà un passaggio debole, perché di conseguenza dovrò agire. Noi pensiamo che sia la continuità delle situazioni allenanti a fare la differenza e per questo, se ci alleniamo giocando palloni forti, variando il dosaggio, o con passaggi deboli, dopo ritroveremo lo stesso carnet di scelte della giocata nella partita. Saper scegliere a seconda del passaggio che riceverò in relazione allo spazio, all’avversario o anche allo sviluppo stesso dell’azione della mia squadra, farà la differenza.

Si parlava di segnali all’inizio del nostro articolo e ci siamo soffermati su uno dei segnali, il passaggio appunto. Ma in un sistema di possesso palla più complesso e articolato, come può essere quello di una squadra in età di formazione (>U16) saper sviluppare il possesso in relazione alle caratteristiche dei propri giocatori e di avversari o situazioni allenate, potrà fare la differenza. Un altro esempio in questa direzione potrebbe essere cercare dei giocatori di riferimento nel gioco. Possono essere riferimenti corti o lunghi a seconda di come si intende sviluppare il gioco.

In questo articolo non vogliamo parlare del modo giusto di sviluppare un possesso palla, anche perché non può esistere un solo modo per svilupparlo, ma delle componenti cognitive inconsce che ne permettono una continuità temporale. È chiaro che nell’arco di una partita il nostro possesso palla potrà essere eccezionale e magari in quella dopo no, ma ovviamente perché cambia l’avversario, ma soprattutto cambiano le dinamiche esterne ed interne della partita.

Per chiudere il nostro discorso sui segnali, potremmo parlare anche dei segnali di riconoscimento dello spazio. Sviluppiamo il nostro possesso in zona 1-2 nella parte laterale del campo e la nostra squadra si comporterà creando spazio verso il nostro riferimento offensivo che potrebbe essere la prima punta. Arrivati li, ciò che innescherà questo giocatore sarà una conseguenza del livello di allenamento che abbiamo raggiunto durante l’allenamento.

Per potersi concentrare su queste componenti, dobbiamo prevedere nell’allenamento la ripetibilità della situazione, accettando la variabilità della scelta e della soluzione. Aumentare le capacità interpretative dei nostri giocatori è determinante in età formativa e da li andremo poi a raggiungere un discreto livello di organizzazione e sviluppo. FLR si sofferma spesso sulla capacità di organizzare in maniera efficace ed efficiente la seduta di allenamento e per questo motivo pensiamo che per far sì che ci sia un focus reale in questo senso, dobbiamo perdere meno tempo ed energie possibili nelle strutture e nella seduta di allenamento.

Staff FLR

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